UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

La scuola. Interventi, discorsi, omelie

Una raccolta di discorsi, interventi ma anche di tanti ricordi che Papa Francesco ha dedicato al mondo della scuola.
27 Settembre 2016

La scuola

Papa Francesco

La scuola. Interventi, discorsi, omelie

EDB 2016

pagine 78

€ 7,50

Il volume contiene i discorsi dedicati da Papa Francesco alla scuola e all'educazione. Di seguito si può leggere l'introduzione a firma di Ernesto Diaco, direttore dell'Ufficio nazionale della CEI per l'educazione, la scuola e l'università.

 

"Nell'educare c'è un equilibrio da tenere, bilanciare bene i passi: un passo fermo sulla cornice della sicurezza, ma l'altro andando nella zona a rischio. E quando quel rischio diventa sicurezza, l'altro passo cerca un'altra zona di rischio. Non si può educare soltanto nella zona di sicurezza: no. Questo è impedire che le personalità crescano. Ma neppure si può educare soltanto nella zona di rischio: questo è troppo pericoloso. Questo bilanciamento dei passi, ricordatelo bene".

Non erano passati neppure tre mesi dalla sua elezione e papa Francesco, incontrando gli studenti e gli insegnanti delle scuole dei gesuiti, abbandonava il testo preparato per indicare loro a braccio questo criterio fondamentale del processo educativo. Per crescere e progredire, è necessario staccarsi dalle proprie sicurezze e accettare una buona percentuale di rischio.

A distanza di alcuni anni, si può riconoscere in quell'invito all'equilibrio fra il terreno sicuro e il campo incerto, non solo una testimonianza di saggezza del pontefice venuto "quasi dalla fine del mondo", ma una cifra distintiva della sua volontà di procedere. E la visione di Chiesa che avrebbe proposto dalla cattedra di Pietro: non chiusa in se stessa ma proiettata in avanti, al di fuori di sè, capace di vincere il timore di finire "incidentata".

Il papa della misericordia e della tenerezza, delle periferie esistenziali, di Lampedusa e Bangui, è il papa educatore o, meglio ancora, un educatore diventato papa, che chiama tutta la comunità ecclesiale a porsi con questo atteggiamento accanto all'uomo contemporaneo per fare insieme un cammino di crescita.

Non sorprende, dunque, che siano così numerosi i discorsi di Francesco sui temi educativi – molto ben rappresentati in questa raccolta di estratti – per non parlare dei continui riferimenti, magari sotto forma di piccole provocazioni e consigli concreti, al rapporto tra le generazioni, al ruolo dei nonni, alla necessità di accompagnare le famiglie. La sfida educativa attraversa l'intero magistero di papa Bergoglio e contribuisce a renderlo particolarmente vicino alle persone, anche perché non si sottrae alla virtù decisiva che si richiede all'educatore: quella della credibilità.

La Chiesa "col volto di mamma, che comprende, accompagna, accarezza", di cui papa Francesco parlava al convegno ecclesiale della Chiesa italiana a Firenze, nel novembre 2015, è quella che nell’esortazione programmatica “Evangelii Gaudium” è delineata con i tratti inconfondibili dell’educatrice. Da queste pagine, infatti, emerge che l’annunciatore della gioia del Vangelo è prima di tutto un accompagnatore dei processi di vita delle persone. A chi trasmette la fede, il papa chiede la capacità di andare all’essenziale del messaggio per far entrare l’interlocutore in un autentico dialogo di vita. Un dialogo in cui prende forma una relazione di crescita reciproca, in quanto “è molto di più che la comunicazione di una verità... È un bene che non consiste in cose, ma nelle stesse persone che scambievolmente si donano nel dialogo”.

Per l’educazione scolastica, in particolare, Francesco non nasconde la sua predilezione. Lo ha confessato lui stesso, il 10 maggio 2014, durante il grande incontro con la scuola italiana in piazza San Pietro. “Lei mi ha fatto amare la scuola”, disse, ricordando la sua prima maestra, conosciuta all’età di sei anni e a cui è rimasto vicino per tutta la vita. Nella visione del papa, la scuola ha il compito di aprire la mente e il cuore alla realtà, in tutta la ricchezza dei suoi aspetti. È “un luogo di incontro nel cammino”, dove ci si educa al vero, al bene e al bello: “La vera educazione ci fa amare la vita, ci apre alla pienezza della vita!”.

“Non lasciamoci rubare l’amore per la scuola!” fu il suo saluto al termine di quella giornata. Emblematico di tale passione educativa di Francesco è il progetto delle “scholas occurrentes”, una rete di scuole sparse in tutto il mondo avviata dal cardinale Bergoglio quando era arcivescovo di Buenos Aires e diventata oggi una fondazione di diritto pontificio. L’obiettivo delle 430mila realtà che ne fanno parte è quello di tradurre in esperienza educativa la “cultura dell’incontro”, facendo leva sull’interazione tra l’arte, lo sport e la tecnologia.

Volendo delineare il progetto educativo che emerge dai testi di papa Francesco, questo è certamente il fulcro della sua proposta: unire “la lingua della mente, la lingua del cuore e la lingua delle mani”. La prima qualità richiesta ad ogni azione formativa è che si rivolga all’interezza della persona e all’integralità della sua esperienza umana, senza trascurare né lo sviluppo del pensiero critico, né sentimento e volontà, né il valore del corpo e la sua vocazione all’incontro e alla creatività.

Un ulteriore elemento distintivo, ricorrente nelle parole di papa Bergoglio è la necessità di ricostruire il patto educativo tra scuola, famiglia e società, in tutte le sue componenti. Alle centinaia di migliaia di studenti, genitori, personale docente e non docente presenti in piazza San Pietro il 10 maggio 2014, Francesco chiese di dar vita quel “villaggio” senza il quale la persona non può crescere. “Senza coerenza non è possibile educare! – aveva ricordato alle scuole ignaziane l’anno prima – Tutti siete educatori, non ci sono deleghe in questo campo”.

Ernesto Diaco

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